Scritto da Lorenzo, professionista del Team di twago Italia
L’outsourcing è stato per anni una prerogativa delle grandi aziende. Lo scenario era quello del pianeta-azienda attorno al quale ruotavano i satelliti delle collaborazioni più o meno abituali. Solo i grandi player potevano permettersi di esternalizzare determinati progetti presso singoli professionisti o agenzie specializzate. Per una piccola media impresa il know how di una ricerca per l’outsourcing e i costi legati ad esso erano quasi sempre un ostacolo insormontabile. Forme di esternalizzazione erano possibili solo grazie a rapporti informali di conoscenza diretta. Queste utlime collaborazioni erano del resto le sole che offrivano un solido rapporto di fiducia senza dover ricorrere a grandi investimenti che garantissero trasparenza, tempistica e risultato finale.
Tutto è radicalmente cambiato con la rivoluzione del web. La possibilità di incontro, sia che sia di tipo culturale, sociale o economico, è il nucleo della svolta epocale di internet. Questo vale anche per le collaborazioni tra un’azienda di qualsiasi dimensione e un professionista (o un gruppo di professionisti). Un’azienda che abbia bisogno di un programmatore per il proprio nuovo sito ha un’enorme possibilità di trovarlo sul web. Ed è impossibile non notare un altro aspetto della nuova era digitale: un’azienda cerca un programmatore per il proprio sito sul web proprio perchè il mercato aperto dal web esige che un’azienda abbia un sito. Vale a dire che il web ha creato un mercato, le figure professionali necessarie a questo mercato e gli stessi strumenti per trovare queste figure professionali.
Tra questi strumenti online per l’outsourcing quello primario è certamente la piattaforma di intermediazione professionale. Se una mera ricerca in rete rischia, infatti, di essere dispersiva e impegnativa, tramite le piattaforme online di intermediazione si è creata la possibilità di trovare tutti gli esperti di uno specifico settore nello stesso posto, vale a dire nello stesso portale. Se si volesse eccedere in una metafora: le piattaforme propongono qualcosa di simile ai vari settori di una fiera, dove è facile incontrare e confrontare tutti gli esperti di un settore in un’area. Certo quest’area è virtuale, ma basterebbe navigare su un piattaforma di intermediazione per vedere come, in fondo, la logica è quella semplice e immediata dei social network: profili, specializzazioni e feedbacks per capire quanto valga un singolo professionista. L’azienda deve solo proporre un progetto sulla piattaforma e aspettare le offerte dei vari esperti, che siano web-desingers, traduttori o copywriters.
Il world wide web ha reso quindi estremamente più facile l’oustorucing per ogni tipo di azienda, cambiando veri e propri paradigmi produttivi ed elimando diversi costi legati alla classica logistica aziendale. Dall’altro lato la formazione e l’esperienza di decine di migliaia di professionisti specializzati può esprimersi sempre al meglio in rete. Il lavoro freelance è infatti una realtà in continua crescita, capace di superare l’idea canonica di lavoro e di valorizzare enormemente le singole professionalita. Porfessionalità singole ma non isolate: i lavoratori freelance agiscono individualmente in una rete di contatti e collaborazioni che rafforzano e moltiplicano le qualità di tutti. Ecco perchè il patrimonio di conoscenze e capacità offerto sul web da una piattaforma di intermediazione professionale è anche molto più del semplice insieme numerico dei servizi offerti dai fornitori iscritti.